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Torrazza Cover      notiziario

Di astensione si deve parlare, sovente, sempre.

 “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.  Il suo esercizio è un dovere civico„

La nostra Repubblica Italiana si è dotata, 75 anni fa di una Costituzione dove sono presenti le caratteristiche di democrazia formale ed  alla quale si attengono le istituzioni ed i cittadini italiani, questi ultimi quasi sempre.

Sul voto l’articolo 48 la costituzione afferma: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico”.
 Detto questo da sempre e da parte di qualcuno è difeso il diritto all'astensione, sopratutto oggi e sempre davanti ad argomenti referendari “spinosi”.
Ma non è così o almeno non dovrebbe esserlo. Innanzi tutto perché l’astensione non è contemplata in nessun articolo della Costituzione, ne è contrapposta a nessun altro diritto o dovere.
Anzi senza essere dei costituzionalisti o volersi sostituire alla Corte Costituzionale, l’articolo 48 sta nella prima parte della Costituzione (Titolo IV, rapporti politici), ha quindi un valore generale quindi da seguire ad ogni promulgazione di una legge e per i voti dati dagli elettori in qualsivoglia consultazione. Non è quindi collegato solo alla parte seconda (il Parlamento, elezione della Camera, articolo 56). Ma anche all’articolo 75 che afferma che “hanno diritto” a partecipare ai referendum i cittadini chiamati ad eleggere la Camera; in questo caso è si previsto il quorum della maggioranza, ma non si dice affatto che non votare è riconosciuto come un diritto costituzionale, pur essendo una scelta legittima.

riflessioni

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