Storie: Rosella Ronchi si racconta...
Il personaggio
Nasce a Monza nel 1945 ed arriva ad Arese nel 1983. Primo lavoro da impiegata, in una fabbrica tessile, dove inizia la sua esperienza sindacale nella Cisl, poi come Assistente Sociale all'ospedale San Carlo di Milano dove rimane fino alla pensione. Sposata con Marco ha tre figli e otto nipoti
Formazione: Diploma universitario di Assistente Sociale.
Contatto:
Vive importanti esperienze sindacali nel Consiglio dei Delegati del grande ente ospedaliero San Carlo riconoscendosi nell'area del cattolocesimo democratico e progressista.
Nel 1990 partecipa come Assessore alla Giunta anomala DC-PCI. e nel 1995 viene eletta Sindaco con una coalizione Civica e Progressista.
Nel 1993 partecipa alla nascita del Laboratorio di Ricerca per la Politica (oggi Laboratorio di Arese). Milita inizialmente nella Margherita ed è poi (nel 2008) fra i fondatori del PD dove è sempre stata presente nel suo gruppo dirigente.
La sua storia
I miei genitori venivano da una famiglia contadina, mio padre faceva il sarto e mia mamma lo aiutava nella bottega. Hanno vissuto sulla pelle la tragedia della guerra che hanno saputo raccontarmi.
Sono nata a Monza nel 1945, sono sposata con Marco, abbiamo 3 figli e 8 nipoti. A Monza ho preso il diploma di ragioneria e nel frattempo ho vissuto un’esperienza molto importante per la mia formazione nello scoutismo che, a quei tempi, per le ragazze era una realtà pionieristica.
Dopo il diploma sono andata a lavorare in una fabbrica tessile di Desio per 5 anni. Lì ho conosciuto il mondo operaio e la realtà della fabbrica ed è iniziata la mia prima esperienza sindacale. Anni difficili ma ricchi di conoscenza e di rapporti umani (a quell’epoca ho conosciuto un sindacalista che era stato allievo di Don Milani.)
Ho poi preso il diploma di assistente sociale a Milano (dove ho conosciuto Marco) e ho fatto l’esperienza del lutto e della perdita con la morte della mamma. Sono poi andata a lavorare all’ospedale San Carlo di Milano come assistente sociale, era il 1971. Gli anni successivi sono difficili da raccontare ma sono stati per me un patrimonio indimenticabile. C’era un movimento diffuso che voleva cambiare il mondo e lottare anche contro le dittature straniere. Ricordo il Cile e l’Argentina. Il motto era “el pueblo unido jamai sarà vencido”. Purtroppo fu anche un periodo di tanta violenza: le stragi fasciste, le uccisioni da parte della Brigate Rosse, il sequestro e l’uccisione dell’on. Moro. Allora ero nel Consiglio dei delegati dell’ospedale S. Carlo, c’erano assemblee anche con 2000 persone e si doveva tenere la barra dritta per convincere che la non violenza era il limite da non superare.
Fu anche un periodo di grandi conquiste: divorzio, aborto, nuovo diritto di famiglia, servizio sanitario nazionale per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, chiusura dei manicomi,ecc. Anni prima si era tenuto il Concilio Vaticano II che aveva aperto grandi speranze tra i cristiani per una riforma profonda della Chiesa.
Le speranze/I sogni nel cassetto
Due anni fa (era il 2021) ho sentito l’esigenza di costruire uno spazio dove ricercare il senso profondo di ciò che siamo e facciamo alla luce del Vangelo, in cui credo, e così, con un gruppo di amici, abbiamo fondato il circolo Acli di Arese. mettendo al centro dell'impegno il tema del lavoro
La storia continua……
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