La mia vita è sempre stata all’insegna dell’ internazionalità.
Padre svedese, mamma italiana ,sono cresciuta tra Svezia ,Italia e Francia sempre a cavallo di culture differenti. Sposata poi con un tedesco ho perpetuato la tendenza familiare.
Questa esperienza mi ha profondamente plasmato come persona rendendomi ovunque  straniera ma al tempo stesso facendomi sentire ovunque a casa . 
Non ho potuto quindi che credere profondamente  nell’uguaglianza dei popoli e nella forza della multiculturalità come inestimabile ricchezza. 
Sono da sempre europeista convinta, avendo visto la nascita dell’Unione agli albori e avendone condiviso da subito gli ideali.

Durante i cupi  anni del terrorismo ero  in Francia ed ho vissuto  questi terribili anni italiani da lontano solo tramite i Media e il racconto degli amici. Ho goduto invece dall’inizio  degli anni 80, trasferitami  in Italia,  dell’onda  lunga dell’entusiasmo delle vittorie  del PCI e delle battaglie civili da poco vinte. Un periodo che porto nel cuore come il più importante per l’affermazione dei diritti del popolo italiano. 

Altra fase  che mi ha segnato è stata la nascita dell’Europa con tutto il trasporto che allora aveva creato. L’idea di farne parte con i miei due passaporti  e di esserci alla partenza del progetto mi aveva resa davvero orgogliosa. Non pensavo sarebbe stato un percorso così accidentato.

Spero e sogno che la preoccupante tendenza al populismo europeo e mondiale subisca una battuta d’arresto. In un mondo sempre più piccolo è una controtendenza assurda e controproducente per il benessere di tutti.

Penso che l’attivismo politico e sociale di tutti, nessuno escluso, possa essere la chiave per uscirne. 

Sono nato in una città Toscana all’inizio della seconda guerra mondiale. A Pontedera la Piaggio costruiva motori per aerei. Inevitabili i frequenti bombardamenti delle forze alleate. La mia famiglia si rifugiò presso i nonni materni contadini nell'entroterra toscano, in un paesino di 130 abitanti tutti dediti all'agricoltura. Quell'esperienza dei miei primi anni di vita ha segnato la mia formazione culturale legandomi a quell'ambiente ed a quei valori. I difficili anni del dopoguerra, la scuola come unica speranza di miglioramento, le lotte sindacali di mio padre fino e al suo licenziamento per motivi politici costituiscono i miei ricordi più vivi legati al mio paese d'origine.

Il periodo milanese. La Milano degli anni '60 è oggi illustrata nelle foto in bianco e nero che troviamo in molti siti. Un grande fervore industriale, macerie e cantieri aperti, fame di case popolari, immigrazione dal centro/sud per alimentare le grandi fabbriche in espansione. Lavoro per una azienda (Olivetti) all'avanguardia sia nella ricerca informatica che  nelle relazioni sindacali. Guardando quegli anni in retrospettiva mi accorgo che nella difficile scelta fra carriera professionale e impegno sindacale e politico quest'ultimo prevalse e segnò gli anni a venire. Alla fine di un periodo di grandi viaggi: URSUS, USA, Africa del nord, conosco Licia. Mi sposo nel '71. Nel '74 ci trasferiamo ad Arese con una cooperativa delle Acli e nel '75 nasce mia figlia Valentina. 

Molto formative le esperienze sindacali degli anni ’70. Con lo Statuto dei Lavoratori le libertà costituzionali entrarono in fabbrica. Nascono i primi Consigli di Fabbrica eletti direttamente dai lavoratori nei reparti e negli uffici. Vengo eletto fra gli impiegati della mia azienda ed inizia un'avventura che durerà molti anni nei quali conoscerò grandi personaggi sindacali e aziendali ma anche molte miserie umane e opportunismi fino al periodo angosciante delle Brigate Rosse fissuto in prima persona per la presenza di due brigatisti e alcuni fiancheggiatore all'interno dello stesso Consiglio. Il clima del '68 è però entusiasmante e travolgente. Tutto sembra a portata di mano. Dibattiti, partecipazione, riflessioni, tutto sembrava spingere verso quella egemonia politica e culturale della classe operaia e dei lavoratori di cui parlavano i libri. ..da continuare...

Mi penso fortunato per aver vissuto in questa bolla storica che dal dopoguerra arriva sino ad oggi senza essere coinvolti in guerre o in cruenti colpi di stato. Mi piacerebbe restituire un po' dei nostri entusiasmi ai giovani di oggi. Il mondo politico mi tiene sveglio e attento, lo suggerirei a molti come antidoto contro l'invecchiamento.